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DIALOGHI PENDENTI
(raccolta)


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SAKURA

Vedi Sakura, io non ho mai capito niente, né di morte, né di vita.
Mi sono sempre e solo limitato a osservare, contemplare, intuire e interpretare, ma senza mai troppo interagire. Io volevo soltanto capire.
Invece con te ho sempre creduto di doverti portare sulla mia strada, dentro la mia casa, ma non per semplice compagnia, bensì per renderti a me simile, trasformando e quindi dimenticando ciò che eri e il perchè mi piacevi.
Nella vita si sbaglia e a volte aver guardato, non significa per forza aver capito.
Esperienza Sakura, esperienza.
Vincere o perdere importa davvero relativamente, l'importate è giocare.
Giochiamo Sakura, facciamo un altro gioco, in fondo, entrambi, siamo ancora bambini.



-Ricky)>

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LETTERA DI UN PADRE ALLA MOGLIE

Certo, me ne rendo conto,
dovrei insegnare loro vivere, ma io ne sono capace?

Già...

Ecco perchè mio figlio non è mai nato,
il mio cuore si è spaventato.
Ecco perchè mia figlia non è mai nata,
la mia paura l'ha condannata.

Ed ora che li cerco nei giochi che reclamo,
mi rendo conto di aver perso ciò che più amo.


-Ricky)>

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IL GRANDE CAMBIAMENTO
- La disfatta di Terra -

"Inutile farlo notare, lo sappiamo benissimo che le cose stan per cambiare, anzi, mutano lentamente e talvolta bruscamente e sempre ce ne stupiamo, ma poco dopo lo rimuoviamo. Ci sarà un giorno in cui tutto sarà molto diverso, in cui le persone avranno un altro aspetto e le cose saranno a noi sconosciute.
Ma noi viviamo il presente, lo facciamo quotidianamente, pensare avanti ci fa male perchè è così che ci costringe a fare la vita.
Un passato spesso doloroso anche se glorioso, un futuro inutile da programmare per paura che possa crollare ed un presente sempre sfuggente da rincorrere e vivere.
In questo flusso di pensiero, creato, ma molte volte indotto, ci svegliamo e camminiamo su una strada della quale vogliamo vedere solo i mattoni sottostanti, le cose circostanti, della qualla vogliamo sapere solo cosa offre.
Io mi adeguo, perchè lo devo fare, ma sono sicuro che non sia la strada giusta, ma tanto, fra un gossip ed una partita di calcio, ci dimenticheremo di tutto e non ci accorgeremo di nulla".

Così parlò Neldo, in una fredda mattina che doveva essere calda, lo scrisse su un foglio virtuale a caratteri "ariali".
Lo fece per rimarcare quel suo senso di solitudine, di angoscia e di resa in una vita che non sentiva più sua, ma altrui.
A stento riusciva a guardarsi allo specchio perchè sul suo volto vi erano ancora due grosse cicatrici verticali, una orizzontale ed una trasversale.
Non poteva più camminare, ne ridere e parlare, le cose viste...un cumulo di ricordi, i rumori ed i sapori...il nulla ed il silenzio.
Fece cadere una mano e si chinò per raccoglierla, la strinse più che poteva, ma non aveva abbastanza forza, ora.
Si mise l'anima in pace e sospirò.

"Il sentore di un'anima non sbaglia quando si dice sicuro delle sue scelte, quindi, come opporsi a tale predominio se nemmeno le mille e mille tentazioni e soluzioni, riescono a cambiarti dentro e fuori, riescono a farti vedere in maniera differente le porte dei tuoi valori. Ma io dico ciò che penso, ma quello che più mi sembra strano, in realtà, è che, alle soglie di una nuova era, ci si possa arrivare così impreparati collettivamente, ma così consapevoli di quello che c'è e non c'è in una mente".

Dopo aver pronunciato queste parole, si concesse un attimo di tregua e si riposò, ma nel cuor suo sapeva, che non doveva farlo.
Poco più tardi, forse la sera, sentì in lontananza un rumore di sottofondo farsi sempre più vicino ed una voce in mezzo che spiccava.
"Udite, udite, è arrivato da lontano per la gioia dei bambini, per divertirvi ed ammaliarvi con Tigri, Orsi ed Elefanti...il Circo!"
Il ridicolo prendeva sempre più piede nella sua testa, Neldo non riuscì a trattenere un sorriso che ben presto divenne una risata isterica.
"Ecco, come volevo dimostrare...basta poco e tutto può cambiare. Perchè no, andiamo al circo, facciamoci due risate, riempiamo un po' la mente di qualcos'altro e viviamo tranquilli...andiamo?!".

L'astronave passo di lì a poco a prenderlo per recarsi nell'arena, ma Neldo rifiutò perchè voleva andarci correndo. Oggi non si era ancora allenato e voleva farlo sotto il sole pomeridiano.
Invitò gli altri ad andare avanti e s'infilò in bagno a fare una doccia, a farsi la barba e a sistemarsi i capelli, prima di vestirsi come meglio gli veniva.

Il sole stava sorgendo ed era arrivata l'ora di uscire.
Venti minuti di corsa e sarebbe arrivato.
Gli altri lo stavano aspettando fuori dal tendone per passare una serata diversa.

La notte corse veloce, più di quanto si possa immaginare ed il trio di amici si divertì parecchio in mezzo a strane figure, strani giochi e strane parole.
Slegarono i loro sette cavalli e ripartirono tutti e cinque verso un nuovo orizzonte, verso quel rosso tramonto che gli si prostrava davanti.

Neldo richiamò la loro attenzione.
"Ragazzi, mi viene solo da dirvi una cosa prima di recarci di nuovo fra le stelle. Non occorre che ci sia un senso per arrivare fino in fondo ad una storia, non occorre che il tempo combaci con la nostra logica abituale e che le parole seguano sempre lo stesso discorso, l'importante, per quanto mi riguarda, è aver fatto ciò che ho fatto e continuare ad inseguire quello in cui credo e se un giorno mi stuferò di giocare...beh...sarete i primi a saperlo...e ricordati che...insomma...beh...inutile dirtelo, anche se vorrei, ma forse ora è meglio così...tanto lo sai!".

Buona notte!


-Ricky)>

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LOVE SAKURA

...i suoi pensieri prendono forma e diventano una lacrima...

- "Che c'è?!"
- "Niente...è solo voglia di amare"


-Ricky)>

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RIDO

Rido perchè non puoi capire,
perchè non sai gestire
una lumaca che cammina
una strega che si avvicina.
Non puoi sapere perchè rido,
perchè di tanto in tanto grido
Perchè di fronte alla tua pelle
mi dimostro così ribelle.
E rido, rido,
rido e non sorrido.
Eppure non mi manca,
il respiro non mi stanca.


-Ricky)>

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INTERVISTATO

- "Con chi ce l'hai?"

Ce l'ho con le mie incomprensibili scelte, in cui tutte le volte sono state interdette.
Ce l'ho anche con le mie mani, con i desideri e con i pensieri.
Eppure non posso recriminare, si sta bene qui sulla spiaggia del mare.
Guarda anche tu, le vedi?
Ecco...prendine un po' e dimmi, dimmi se non ti sembra di averle già viste.
Già...proprio quelle, ne hai una anche tu.
Credimi, ce l'ho con me, non perchè io sia il colpevole, ma solo per questo motivo.



-Ricky)>

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COME IN UN QUADRO DI PICASSO

"Lo dicevo che scrivevo,
che di fatto lo facevo,
che la mente ribolliva,
che la vita poi spariva.
Non appartenere...
Un comando o una condanna?
Una scelta o uno stato?
Ma l'animo non s'inganna
e per questo ti ho creato."

Impercettibile, sottile ed invisibile, celato tra strati di spirito, di carne ed ossa, tra angeli in bilico.
Sei tu, nel mio specchio mascherato, nascosto e di fatto incatenato.
Così sfuggente ed interpretabile, così lucente ed impenetrabile.
Un volto a me sconosciuto in un quadro dipinto da più angolazioni.
Ma un volto che mi appartiene, ambiguo, nelle sue contraddizioni.
Io, che negli altri cerco uno spicchio di vita, mi rifletto sfiorandone il volto con le mie stesse dita.
Tra mimiche, recite e prose, tra "uno sguardo cupo dietro un mazzo di rose".
Mi ribello al mio opposto, alla totale scala di grigi, quella che ci congiunge, quella che mi raggiunge.

Eccomi, scorgo qualcosa di me, è mio...
Perdonami se vengo a prenderlo.

...e mentre il mio cuore mi stringe, la mia mano mi dipinge...


-Ricky)>

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HAHASIAH

E all'improvviso, non sentirsi più solo.
Sentirsi accompagnato e fiancheggiato in questo percorso perso nella solitudine...

"Sei tu che guidi la mia mano,
che mi assisti e guidi insieme a me
questo corpo, questo animo umano."

Ho sempre creduto che ci fosse qualcuno, ma ora è diverso, sento il tuo braccio intorno alle mie spalle ed è come vederti sorridere.
Solo, da solo nel mio destino, come dissi, come predissi, ma accompagnato da chi può e vede, ciò che non si crede, un compagno nell'inquietudine, in un cammino di solitudine.


-Ricky)>

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SOLO PAZZIA

Stasera sono distratto,
non mi riconosco,
mi sento scompatto,
diviso nella mia essenza,
nella mia più umile coscienza.
Le luci sulla strada,
il silenzio questa sera
e poi, e poi...
Il caos che mi esplode dentro,
esser felice e non esser contento,
gridare inutilmente
e sparire tra la gente.
Le nubi, i cani,
i segnali di domani
e la vita, questa piccola parentesi personale
in un luogo ristretto da spazio temporale,
da un'assidua frenesia,
un'inutile magia...

I segnali ormai, quelli che tu non vedi, quelli che mi concedi.
Lascio spazio alla luce, quella forte accecante, quella che mi rende cieco, abile nel buio.
E tra le mani, già, le mani...assaporare quel sottile gusto di vittoria, prima che ti venga strappata, di nuovo.
Dove sei?!
Mi pare sia già una nuova alba e l'ennesimo tramonto.
Affranto, ed anche vagamente assorto, mi abituo a tutto.
Non v'è felicità alcuna, fra parentesi impercettibili, tra fragorose risate...che giornate!
E ridere dal cuore...già, quanto dolore a sapere che poi si smette, che il sorriso si spegne e mi cade una ciglia...
"Esprimi un desiderio! Sopra o sotto?"
Che bel gioco...e tu?
Tu sai a cosa aspiri? Cosa vuoi più di ogni altra cosa?
La casa...una mia casa e...no, non posso dirlo..."sì bravo tienilo segreto!"...ma come si riesce?!
Ed ecco che ora passeggio, quel sapore di mattina e nella testa quella canzone, ancora..."No Scrubs"...
Quel viso...quei due occhi e quella giovinezza, perduta, finita.
Non è più fresca e leggera l'aria del mattino, il passo del mio cammino, il levarsi mio degli occhi, al suono della campana e i suoi rintocchi.
Un fiume, già, che non doveva scorrere così.
Quel parco giochi dove giocavano due bambini, quelle strade fatte di primi momenti.
Quei colori così forti, quei sapori così avvolgenti.
E mi cade lo sguardo nella sera, su nel cielo e nella Luna..."non piangere".
E sapere solo io cosa sia il significato di due malloppi di schede telefoniche...io e pochi altri...avevo detto di non dirlo, ma fa niente.
Fa freddo, ma il freddo è mio compagno, amico di lunghe attese.
E il caldo, atteso, macigno di emozioni...ancora quegli occhi!
Le panchine e...
Tutto!
La spiaggia, il mare...in ogni sua salsa...mi manca è vero.
Gli amici...già chi sono?
E le mie partite di Basket...
Neldo...lui sì che saprebbe cosa dire ora che il tempo si contorce e collassa.
Saggio Neldo!
Dai, non pensiamoci...fai presto per non fare tardi.
"Sì, per le pizze!"
Ed intanto tengo a mente e scrivo, tra memorie e lampi di ricordi...

E la consapevolezza,
ormai,
di accummulare solo pazzia.


-Ricky)>

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-Ricky)>



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